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L’open innovation di Banca d’Italia

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L’open innovation di Banca d’Italia: prima call di Fintech Milano Hub sull’Intelligenza Artificiale

Il Fintech Milano Hub di Bankitalia è operativo. “Un punto di ascolto, confronto e sperimentazione”, dice il Governatore Visco. A settembre la call per startup, tech company ma anche banche, assicurazioni, università e centri di ricerca. 10 progetti vinceranno la consulenza e l’accesso al network dell’Istituto centrale

 

Il Fintech Milano Hub di Banca d’Italia è operativo e lancia la sua prima call for projects dedicata all’Intelligenza Artificiale. Il centro di innovazione di Banca d’Italia segna l’ingresso dell’autorità di vigilanza nell’open innovation, ma di sistema. “Un punto di ascolto, confronto e sperimentazione”, come lo ha definito il Governatore Vincenzo Visco durante l’opening, che viene attivato a conclusione di un lungo percorso di avvicinamento fra l’istituzione e l’ecosistema fintech e subito dopo l’entrata in vigore della cosidddetta sandbox mentre si cominciano a comprendere gli effetti dell’open banking e si parla già del prossimo step, l’open finance.

 

L’inizio dei lavori al Milano Fintech Hub avviene nello stesso giorno (mercoledì 21 luglio) in cui arriva la notizia del finanziamento di 180 milioni per Soldo, scaleup fintech fondata a Londra dall’italiano Carlo Gualandri. Difficilmente l’intervento di Banca d’Italia potrà cambiare il quadro italiano del fintech. “L’Italia del 10,4 miliardi di investimenti in Europa rappresenta meno dell’1%”, ricorda su Linkedin Ignazio Rocco, founder & Ceo di Credimi, una delle fintech italiane di successo.

 

Milano Fintech Hub, gli obiettivi e le preoccupazioni di Banca d’Italia

Nelle stanze ovattate di Palazzo Koch, sede di Bankitalia, ormai si parla da un po’ di tecnologia, digitale, innovazione (anche se poi nessuno dei suoi dirigenti che si occupa di questi temi ha una presenza digitale, neanche su Linkedin…). Ma sempre con grande cautela, comprensibile per un’istituzione ma poco adatta per operare sul mercato dell’innovazione. “Il ricorso alla tecnologia può favorire i consumatori e favorisce l’inclusione ma può produrre nuovi rischi”, è il pensiero del Governatore Visco affidato a un video registrato per l’opening del Fintech Milano Hub.

Interessante, però, sentire che non ci sono solo i rischi ormai noti (quelli informatici tradizionali e il cyber risk) ma uno nuovo: “la dipendenza spesso imprescindibile degli intermediari da fornitori esterni di servizi, i cosiddetti third part provider. Ci sono rischi di concentrazioni di cui i potenziali riflessi sistemici bisogna tenere conto. La Banca d’Italia segue da vicino questi sviluppi”. Anche perché, aggiungiamo noi, questi player sono quasi tutti stranieri.

“Il fintech sta cambiando dalle fondamenta il mondo della finanza”, ammette l’avvocato Alessandra Perrazzelli, Vice Direttrice Generale della Banca d’Italia. “Un centro come quello di Milano da la possibilità di testare e sviluppare le tecnologie potendo contare sulle competenze di un soggetto come Bankitalia. Un’opportunità particolarmente importante per le PMI che hanno difficoltà a sfruttare il valore aggiunto delle tecnologie digitali”.

Due gli obiettivi: colmare il divario che si sta aprendo con altri Paesi europei, riconosciuto anche dall’Autorità di Vigilanza, e rendere la finanza più inclusiva e l’accesso ai suoi servizi meno costosi grazie all’uso delle tecnologie.

 

La differenza con la sandbox appena nata? “Fintech Milano Hub si focalizza sulla fase progettuale di sviluppo di un prodotto o di un servizio innovativo”, risponde la Perrazzelli. “La sandbox regolamentare riguarda invece la fase di sperimentazione di un prototipo. Hanno due funzioni diverse”.

 

Milano Fintech Hub, come funzionerà.

 

Perché a Milano?

“Semplice, perché è il distretto finanziario del Paese”, dice il direttore della Sede di Milano di Bankitalia Giorgio Gobbi, che ricorda i fatti: a Milano c’è la Borsa, la sede di oltre 100 banche (un quinto di quelle italiane) e le filiali di 60 delle 87 banche estere presenti in Italia. E poi ci sono le società del risparmio e un’importante presenza assicurativa con circa 80mila addetti.

Che cosa non farà il Milano Fintech Hub

“Noi non siamo qui per erogare finanziamenti o sostenere iniziative di natura commerciale o promozionale”, dice senza mezzi termini Michele La Notte, direttore del Milano Fintech Hub. Quindi non aspettiamoci stimoli per il venture capital. “Noi siamo qui per rafforzare l’adozione, in sicurezza, di nuove tecnologie nel sistema finanziario in sicurezza”.

Che cosa farà Milano Fintech Hub

Milano Fintech Hub darà servizi di natura consulenziale in materia bancaria, finanziaria e assicurativa. Farà approfondimenti di natura regolamentare e attività di networking nazionale e internazionale per l’ecosistema fintech. Insomma Banca d’Italia attraverso questo Hub proverà a riportare sotto la propria ala un mondo nato fuori. “Lavoreremo in stretta collaborazione con altre istituzioni nazionali e internazionali e con i loro centri di innovazione, come l’Innovation Hub di Singapore della Banca dei regolamenti internazionali”, spiega la Perrazzini. “Abbiamo avviato un confronto con le università e i centri di ricerca italiani che hanno progetti sul fintech”.

Le aree di operatività saranno tre: “Il Fintech Hub Imprese che si rivolge alle imprese di natura non bancaria, come le startup o i tech provider”, spiega La Notte. “L’Innovation Hub pensato per gli intermediari bancari, finanziaria e assicurativi vigilati e il Research & Development Hub per università e istituti di ricerca. Questo sarà uno spazio dedicato allo sviluppo di progetti, all’identificazione di problemi e di possibili soluzioni”.

La prima call for projects: l’intelligenza artificiale per la finanza inclusiva

L’intelligenza artificiale per migliorare l’offerta di servizi bancari, finanziari e di pagamento: è questo il tema scelto per la prima call for projects di Milano Innovation Hub. “Avere soluzioni per testare sistemi di intelligenza artificiale innovativi è essenziale per la diffusione e l’adozione di queste tecnologie”, dice la Perrazzini, che aggiunge: “Avremo una particolare attenzione a quello che l’AI può fare per aumentare l’inclusione finanziaria, la sicurezza del consumatore e la sicurezza dei dati”.

Dopo la pausa di agosto sarà pubblicato il regolamento della call, che si aprirà il 27 settembre per chiudersi il 29 ottobre.

Seguendo lo schema delle aree di operatività potranno partecipare startup e tech company ma anche banche, assicurazioni e altri player finanziari così come le università e i centri di ricerca. Entro il 13 dicembre saranno scelti 10 progetti che saranno seguiti nell’Hub da team dedicati per sei mesi. Non si vince nulla e non si paga nulla.

Come saranno scelti i progetti? “Due i criteri generali: Valore e Realizzabilità”, spiega La Notte. Sono due assi che prevedono rilevanza per il sistema e scalabilità, contenuto innovativo, completezza e sostenibilità il primo; misurabilità, fattibilità e sicurezza il secondo”.

 

Fonte: economyup

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