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Crollo record dell’industria italiana: in calo dell’1,9%. È il quarto mese consecutivo

Crollo record dell’industria italiana: in calo dell’1,9%. È il quarto mese consecutivo

Crollo della produzione industriale, in Italia: secondo gli ultimi dati Istat, il mese di aprile si è chiuso con un calo dell’1,9%, rispetto al mese precedente. Non si tratta di un caso isolato, al contrario è un trend costante: è infatti il quarto mese consecutivo, in cui si registra una flessione congiunturale dell’indice destagionalizzato della produzione industriale.

Le diminuzioni riguardano tutti i principali comparti: variazioni negative caratterizzano, infatti, i beni intermedi (-2,6%), i beni strumentali (-2,1%) e, in misura meno marcata, anche i beni di consumo (-0,4%) e l’energia (-0,3%).

 

La flessione più pesante da luglio 2020

Il mese di aprile 2023 segna dunque un negativo di importanza rilevante: è la caduta più pesante registrata dal luglio 2020, ovvero da quando i lockdown hanno iniziato a inficiare pesantemente sull’economia. Allora la flessione è stata addirittura dell’8,3%.

 

Confronto trimestrale e indice complessivo

Anche su base trimestrale, lo scenario resta negativo: nella media del periodo febbraio-aprile, il livello della produzione diminuisce dell’1,3%, rispetto ai tre mesi precedenti. Pure in termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario, si osserva una caduta marcata. A livello settoriale è molto ampia la flessione per l’energia e i beni intermedi, mentre risulta contenuto il calo per i beni strumentali.

Entrando nel dettaglio, corretto per gli effetti di calendario, ad aprile 2023, l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 7,2% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 18 contro i 19 di aprile 2022). La riduzione per i beni strumentali è pari a -0,2%, mentre per l’energia si attesta a -12,6%, per i beni intermedi a -11,0% e per i beni di consumo -7,3%.

Gli unici settori di attività economica in crescita tendenziale sono la fabbricazione di mezzi di trasporto (+5,7%), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+2,1%), e la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+0,6%).

 

Il dettaglio dei comparti in flessione

Cali più o meno importanti si registrano invece in un numero considerevole di comparti produttivi. Le cadute più significative si evidenziano nell’industria del legno, della carta e della stampa, nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria, nella fabbricazione di prodotti chimici e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo.

Vediamo sinteticamente il dettaglio:

  • Industria del legno, della carta e della stampa: -17,2%
  • Fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria: -13,6%
  • Metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo -10,9%
  • Prodotti chimici: -10,9%
  • Apparecchiature elettriche e non: -9,7%
  • Attività estrattive: -9,7%
  • Articoli in gomma, materie plastiche, minerali non metalliferi: -8,9%
  • Industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori: -8,6%
  • Attività manifatturiere: -6,7%
  • Industrie alimentari, bevande e tabacco: -5,6%
  • Altre industrie: -4,2%
  • Computer ed elettronica: -2,9%
  • Fabbricazione macchinari e attrezzature n.c.a. -1,6%

 

Il settore manifatturiero mostra dunque notevoli difficoltà, ma anche il commercio non versa in buone acque: nelle vendite al dettaglio le stime preliminari Istat di aprile indicano un aumento del +0,2% in valore e un calo del -0,2% in volume rispetto al mese precedente, mentre su base annua c’è una diminuzione del -3,2% in valore e del -4,8% in volume.

 

Secondo l’Ufficio Studi Confcommercio “la debolezza dei consumi testimonia i molti problemi dello scenario economico italiano”.

Fonte articolo: Fantinamobile.it – Elerdini Beatrice

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