Con il DL semplificazioni arriva la certificazione delle attività per il credito in ricerca, sviluppo e innovazione
Con il decreto legge n. 73 del 21 giugno 2022, vengono introdotte importanti novità in materia di credito d’imposta in ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica. Grazie a quanto stabilito nell’articolo 23, le aziende potranno richiedere una certificazione per attestare la qualificazione degli investimenti effettuati o da effettuare ai fini della loro classificazione nell’ambito delle attività di ricerca e sviluppo, di innovazione tecnologica e di design e innovazione estetica, ammissibili al credito d’imposta.
La medesima certificazione può essere richiesta per l’attestazione della qualificazione delle attività di innovazione tecnologica finalizzate al raggiungimento di obiettivi di innovazione digitale 4.0 e di transizione ecologica ai fini dell’applicazione della maggiorazione dell’aliquota del credito.
Si tratta di uno strumento di tutela per le imprese contro il rischio di sanzioni per credito inesistente e il credito non spettante, che comportano sanzioni amministrative consistenti e in taluni casi anche risvolti penali.
Nello specifico, in caso di credito inesistente, l’impresa che ne ha usufruito rischia una sanzione che va dal 100% al 200% del credito indebitamente utilizzato, senza possibilità di accedere alla definizione agevolata. Se il credito percepito è superiore a 50.000 euro, il rischio è quello di una pena detentiva che va da un minimo di un anno e sei mesi ad un massimo di sei anni.
In caso invece di credito non spettante, la sanzione amministrativa è pari al 30% del credito utilizzato. Resta il rischio di reclusione, da sei mesi a due anni, per cifre superiori a 50.000 euro.
È importante sottolineare che la certificazione potrà essere richiesta a condizione che le violazioni relative all’utilizzo dei crediti d’imposta non siano state già constatate e non siano altresì iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di accertamento, dei quali l’impresa coinvolta abbia avuto formale conoscenza.
Chi sono i certificatori
A stabilire i requisiti (tra i quali quelli idonei a garantire professionalità, onorabilità e imparzialità) dei soggetti pubblici o privati abilitati al rilascio della certificazione, sarà un nuovo decreto, che verrà adottato entro il 21 luglio 2022. I soggetti ritenuti idonei verranno inseriti in un albo istituito ad hoc per i certificatori. Costoro, nel processo valutativo propedeutico al rilascio della certificazione, dovranno attenersi alle apposite linee guida del Ministero dello Sviluppo Economico, che verranno periodicamente elaborate e aggiornate.
Con il medesimo decreto, saranno inoltre stabilite le modalità di vigilanza sulle attività esercitate dai certificatori, le modalità e condizioni della richiesta della certificazione, nonché i relativi oneri a carico dei richiedenti.
Stanziamento di quasi un milione di euro
A sostegno delle attività di selezione e verifica dei soggetti abilitati a rilasciare la certificazione e per la creazione e gestione dell’albo dei certificatori è stata autorizzata la spesa di 307mila euro per l’anno 2022 e ulteriori 614.000 euro per il 2023. Il Ministero dello sviluppo economico è autorizzato ad assumere un dirigente di livello non generale e 10 unità di personale non dirigenziale.
Fonte: Fantinamobile.it – Beatrice Elerdini